La Sagra del Formaggio Canestrato di Moliterno, nata nel 1982 e celebrata ogni anno la prima domenica di agosto, è dedicata alla lunga tradizione casearia del borgo, famoso sin dal Medioevo per la produzione di formaggi. Il nome stesso di Moliterno, secondo alcune ipotesi, deriva dal termine latino “mulcternum,” che significa “luogo dove si fa il latte”. L’evento si svolge annualmente a Moliterno, in provincia di Potenza, ed è un’occasione imperdibile per scoprire le eccellenze gastronomiche della regione. Il Canestrato di Moliterno Igp è un formaggio a pasta dura, la cui produzione segue regole rigorose che rispettano la tradizione: il latte utilizzato proviene esclusivamente da animali allevati nei pascoli della zona, mentre la stagionatura (minima di sessanta giorni) si effettua nelle fondaci, cantine in cui si crea il microclima che gli conferisce sapore e aroma caratteristici. Durante la sagra, il prodotto è protagonista di degustazioni e preparazioni culinarie che ne esaltano la qualità e la versatilità.
DOVE SI SVOLGE
Centro storico. Moliterno - Potenza - Basilicata
DA VEDERE
Moliterno è un borgo ricco di storia e cultura. Durante la sagra, i visitatori possono esplorare il centro storico con le sue caratteristiche viuzze e i palazzi storici, a cominciare dal castello medievale, iniziato con la torre longobarda alta venticinque metri, poi ampliato dai Normanni e trasformato nei secoli. Ancora oggi conserva le sue mura di cinta e due torri cilindriche merlate: dall’edificio si apre una vista mozzafiato sui paesaggi circostanti. Meritano inoltre una visita Palazzo Gilberti, nel ‘600 trasformato in convento e oggi sede del Comune, Palazzo Tedesco e Palazzo Parisi.
IL PRODOTTO TIPICO
Il Canestrato di Moliterno Igp è prodotto utilizzando latte proveniente da greggi alimentate principalmente al pascolo, con foraggi freschi e fieni. Il latte deve essere trasformato entro 48 ore dalla prima mungitura e può essere utilizzato crudo o termizzato. La coagulazione è ottenuta aggiungendo caglio di agnello o di capretto. La cagliata viene rotta fino a ottenere granuli delle dimensioni di un chicco di riso e poi estratta dal siero e posta in canestri, che conferiscono alla crosta la tipica striatura. Le forme sono quindi sottoposte a salatura, effettuata a secco oppure in salamoia, e poi sono fatte asciugare per 30-40 giorni.